venerdì 25 luglio 2014

Come giocare a nascondino


Quella voglia di lasciare che il tempo passi senza averne paura, senza la preoccupazione di quelle lancette che ticchettano, che bussano alla vita per ricordare che ogni attimo può essere prezioso.
Io ho capito che forse il segreto di quella felicità di cui tutti siamo costantemente alla ricerca, sia quello di fare di quegli istanti qualcosa di unico, renderli tali da poterli ricordare. Sentire sulla propria pelle lo scorrere del tempo come fosse acqua che lava via.
Ecco bisognerebbe lasciare che il tempo lavi, rinnovi, o renda saldo quello che conta.
Osare.
Mettersi alla prova.
Andare contro l' incertezza che non ha vie di mezzo: o è nemica del movimento o pressa così tanto da portare al cambiamento.
Un cambiamento che adesso non ha direzioni precise, è solo un classico foglio bianco.
E io voglio sentirmi ancora bambina, quella che faceva la conta ad occhi chiusi mentre gli altri dovevano nascondersi. Aprire gli occhi e cominciare a cercare, angolo dopo angolo, spulciare minuziosamente e scovare anche il più astuto dei nascondigli. E poi correre, tornare indietro per ricominciare di nuovo quella giocosa ricerca.
Il futuro voglio vederlo così, con gli occhi curiosi di chi è alla costante ricerca di qualcosa, di chi trova, di chi torna sempre all' origine, di chi sa accettare la possibilità della sconfitta e riderne ugualmente.










mercoledì 16 luglio 2014

"Sento il mare dentro una conchiglia"


Lo giuro, continuavo a ripetermi che nel momento in cui avrei finito con questa sessione estiva di esami universitari, avrei avuto mille anzi miliardi di cose da fare, posti da vedere. E soprattutto MARE.
Impegni di studio, che per mesi tengono incollati a casa, costringendo a mettere in pausa la propria vita sociale e ad avere l' unico dialogo con pile di libri.
Forza di gravità a parte, credo che liberarsene equivalga a fluttuare.
Leggerezza, nessun altro metro di paragone può rendere l' idea.

Libertà di ESSERE, esserlo nel modo più profondo in cui una persona possa fare.
Libertà di lasciare che il tempo scorra, che le lancette corrano via senza preoccupazione.
Libertà di lasciare che la sveglia suoni tardi.
Libertà il giorno dell' esame di mettere in borsa tra un libro e l' altro, un paio di infradito. Portarle dietro perché c'è quella consapevolezza che in un modo o nell' altro quello sarà il giorno che segna l' inzio della tua estate.
Stringere la mano al professore che ti dice: "è libera". E lui, che pochi attimi prima ti sembrava il tuo peggior nemico, adesso ha quasi un aspetto familiare.
Libertà di osservare l' atrio della facoltà e scattare una foto, perché di certi attimi il fermo immagine è d' obbligo.
Libertà di fare progetti e metterli in atto subito senza necessità di rimandare.
Libertà di andare, correre, vedere, scoprire.
Libertà di fare una valigia, stando ore ed ore a mettere sottosopra l' armadio alla ricerca di chissà cosa poi.
Libertà di sentire il cuore battere e non per l' ansia.
Libertà di stare distesi a guardare il soffitto della camera che è il migliore degli album da disegno per la mia immaginazione, tracciando contorni di pezzi di vita e di futuro.
Libertà di correre in libreria e scegliere finalmente un libro, di quelli che ti accompagneranno per l' estate.
Libertà di non avere pensieri e soprattutto scadenze.
Libertà di RIDERSELA di gusto.







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