giovedì 17 aprile 2014

Ode alla vita


Come una tela bianca sopra un piedistallo, in attesa. L' attesa di un pennello che la sfiori e ne tracci contorni, astratti o meno, decisi o appena accennati. Colori che riempiono uno spazio, che si incrociano come fossero strade, quelle della nostra vita. Che si sovrappongono creando nuove sfumature.
Noi i soli pittori. Noi che scegliamo come quei pennelli debbano colorare quello spazio.
Questa è la vita.
Una porta aperta dalla quale si intrufolano caldi raggi di sole. Aperta per far entrare quella vita che scorre fuori così da mischiarla alla nostra. Porta aperta per le novità che stanno aspettando.
Lo stupore di una bambina quando dinanzi ai suoi occhi si presenta una giostra. Una qualsiasi. 
Lo stesso entusiasmo di andare e lasciarsi andare a quel girotondo fatto di cavallucci, ruote panoramiche permettendo di avere un quadro completo di un luogo che nell' insieme ha un fascino nuovo, diverso dai dettagli nei quali strada facendo ci imbattiamo quotidianamente.
Bouquet di fiori e profumi che ci portano dove vorremmo essere. Sospesi tra il ricordo e l' aspettativa, tra chi siamo stati e chi un giorno non tanto lontano vorremo essere.
La libertà di una piuma che leggera e lenta dondola per finire la sua danza con l' aria e riposare da qualche parte. Per riprendere, mai stanca, non appena la brezza dolcemente le sussurra una nuova meta.
Come le scarpe che conoscono a memoria le strade e i percorsi che abbiamo intrapreso.
Questa è la vita, racchiusa in una cornice di fotografie che raccontano di noi.

















"Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,chi non cambia la marcia, chi non rischia e non cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.




Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i", piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.




Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.




Lentamente muore chi non legge, chi non viaggia, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.




Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare, chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.




Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità ".


Pablo Neruda

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